Josef Weinheber
Le sue prime raccolte, ''Der einsame Mensch'' (L'uomo solitario, del 1920) e ''Von beiden Ufern'' (Dalle due sponde, del 1923), risentono molto dell'influenza di poeti come Rilke, Dehmel e altri suoi contemporanei.
Dal 1934 in poi si rese palese la sua maturità artistica con ''Adel und Untergang'' (Nobiltà e decadenza, del 1934), ''Spate Krone'' (Ultima corona, del 1936) e ''Kammermusik'' (Musica da camera, del 1939) dove dà prova di notevole lirismo nei versi e nelle parole in stile classicheggiante. In ''Wien wörtlich'' (Vienna letteralmente, del 1935) e in ''Mensch gib acht!'' (Uomo, attenzione!, del 1937) si appoggiò notevolmente alla tradizione popolaristica del ''Volkslied''.
Membro del Partito nazionalsocialista dal 1931 al 1933 e poi dal 1944, dopo il 1938 scrisse diversi poemi di propaganda nazista fra i quali ''Inno al ritorno dell'Austria'', ''Al Führer'' e ''Ode alle strade di Adolf Hitler'', divenendo il più letto fra i poeti contemporanei della Germania nazista e ricevendo dal regime numerosi premi e riconoscimenti. Morì suicida l'8 aprile 1945, pochi giorni prima della disfatta tedesca e dell'occupazione dell'Austria da parte dell'Armata rossa. da Wikipedia
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